Renato Ballardini
Quarta di copertina
«Ho avuto modo di conoscere e apprezzare Renato Ballardini nel vivo del non breve percorso parlamentare che abbiamo condiviso. La rilettura della vita politica e dell'attività istituzionale di Renato Ballardini ci riporta agli anni di grandi battaglie civili e cambiamenti sociali nel nostro Paese. Si può ben dire che egli appartiene alla schiera di coloro che alla politica assegnano la funzione primaria di servizio alla comunità. Dinanzi ai fermenti che percorrevano la società italiana, il Parlamento italiano seppe operare come arena di confronto civile, di composizione dei conflitti, di sintesi delle esigenze del Paese, di elaborazione di riposte meditate» (dalla prefazione di Giorgio Napolitano, presidente della Repubblica italiana).
Prefazione di Giorgio Napolitano
1. Un'infanzia serena
2. Adolescenza segnata: la Resistenza
3. La prima volta alla Camera
4. Da Porta San Paolo al Sudtirolo
5. La Commissione dei 19
6. Alto Adige: tra terrorismo e ricerca di intesa
7. Il tempo del centrosinistra
8. Le battaglie per i diritti civili
9. La legge sul divorzio
10. I difficili anni settanta
11. L'espulsione del Psi di Craxi
Appendice documentaria
Editoriali sul periodico Questotrentino dal 1982 al 2004
1. Perché una grande civiltà si trasforma in barbarie
2. Storia di politica, mafia e stangate
3. Morte di un antieroe
4. È cultura questa
5. Rambo 3, la provocazione
6. Il nuclearista convertito
7. Gorbaciov, vero riformista
8. L'immoralità
9. Libertà di stampa, censura e privacy nell'era televisiva
10. Il criterio di verosimiglianza
11. Federalismo, Euregio... tra il fatuo e il ridicolo
12. Fra due culture
13. Noi Tirolesi: un falso storico
14. Trentino e sud Tirolo: insieme in qualche modo
15. I molti meriti dello stato sociale
16. Stavolta parliamo del mondo
17. La Cina è vicina
18. Lager e foibe: la stessa cosa?
19. Destra, gay, sesso e normalità
20. Gelli e Craxi, i precursori
21. I pannellidi
22. Vi ricordate Hiroshima?
23. C'è spot e spot
24. Maschere di ieri e di oggi
25. Forza Europa!
Relazione introduttiva dell'Onorevole Ballardini sulla proposta d'iniziativa del deputato Fortuna: «Casi di scioglimento del matrimonio»
Relazione dell'Onorevole Ballardini sulle modifiche dello statuto speciale del Trentino-Alto Adige
Riferimenti bibliografici
Elenco degli acronimi
Indice dei nomi
di Giorgio Napolitano
Ho avuto modo di conoscere e apprezzare Renato Ballardini nel vivo del non breve percorso parlamentare che abbiamo condiviso. La rilettura della vita politica e dell'attività istituzionale di Renato Ballardini ci riporta agli anni di grandi battaglie civili e cambiamenti sociali nel nostro Paese. Si può ben dire che egli appartiene alla schiera di coloro che alla politica assegnano la funzione primaria di servizio alla comunità. Dinanzi ai fermenti che percorrevano la società italiana, il Parlamento Italiano seppe operare come arena di confronto civile, di composizione dei conflitti, di sintesi delle esigenze del Paese, di elaborazione di risposte meditate.
Ricordo, ad esempio, non solo la passione, ma anche la lucidità, con cui l'onorevole Renato Ballardini s'impegnò per fare approvare la legge sul divorzio. Una delle battaglie che segnalarono la capacità della classe politica italiana di misurarsi con la necessità di dotare il paese di strumenti legislativi più rispondenti alle esigenze di una società la cui cultura e i cui costumi stavano rapidamente cambiando. Non fu un percorso facile, le tensioni furono molte e complesse. Su quel tema s'inasprì lo scontro ideologico e la politica si divise rispetto al ruolo e alla competenza dello Stato in relazione a questioni che, più di altre, investivano le scelte morali e private dei cittadini.
Ballardini, che affiancò l'amico e compagno di partito Loris Fortuna, si schierò dalla parte di chi rivendicava, come strumento di garanzia per tutti, la laicità dello stato, nel rispetto delle convinzioni etiche di ciascuno e consentendo ai cittadini di fare le loro scelte nei termini definiti dalla legge. Nella sua funzione di presidente della Commissione Affari Costituzionali, Ballardini sostenne con successo la tesi che l'istituto del divorzio andasse introdotto con legge ordinaria, non richiedendo una legge costituzionale. Il provvedimento fu così approvato nel 1970; e la sconfitta del successivo referendum abrogativo nel 1974 sancì con una schiacciante vittoria del NO la condivisione della nuova legge al livello popolare.
«Passato il fuoco di questa controversia – ha poi scritto Mino Martinazzoli – si lavorò molto intensamente, da una parte e dall'altra, sul nuovo diritto di famiglia», concordando una buona riforma, che fu fattore di riavvicinamento tra laici e cattolici, tra la sinistra e la Democrazia cristiana.
Tra le numerose questioni di cui, nei suoi 25 anni di attività parlamentare, Renato Ballardini si è occupato, merita una particolare attenzione la «questione altoatesina». Torniamo indietro, agli anni a cavallo tra i cinquanta e i sessanta del secolo scorso: in Alto Adige, regione di frontiera, appariva difficile coniugare la nuova realtà di appartenenza allo Stato italiano con le ragioni di una pacifica convivenza fra i tre gruppi linguistici che lì abitavano. Era sconvolta dal terrorismo: la «guerra dei tralicci», in poco più di un decennio, registrò 346 attentati.
A Roma fu proprio Ballardini, trentino d'origine e attento conoscitore della storia della regione, a svolgere un fondamentale ruolo di tramite, fra quel «profondo complicato Nord» e Roma, facilitando l'analisi della questione e la ricerca di soluzioni condivise e durature.
L'onorevole Ballardini si spese con generosità e tenacia per trovare un varco tra esigenze e posizioni contrastanti. All'interno della Commissione dei 19, costituita proprio per risolvere la questione, il suo ruolo fu determinante nel far sì che la Commissione approvasse il cosiddetto Pacchetto, un insieme di misure a tutela della popolazione di lingua tedesca della provincia di Bolzano. Si trattò di un passaggio fondamentale per arrivare alla successiva approvazione del secondo Statuto di autonomia della Regione Trentino Alto Adige-Südtirol. È anche grazie a quello Statuto che nella regione maturarono condizioni per un clima di pacifica e costruttiva convivenza.
Si può dunque parlare, in generale, di un costante impegno di Ballardini nel cercare le ragioni dell'incontro e dell'intesa, anziché assecondare quelle dello scontro fazioso e sterile. E quel suo impegno ha sempre fatto tutt'uno con la sua passione di socialista, e con la sua dedizione alla causa dell'unità della sinistra. Di qui l'esempio di come l'impegno civile e il bene comune debbano costituire i punti di orientamento dell'azione politica. Mi associo dunque con simpatia e convinzione al riconoscimento che con questo libro si rende alla vicenda umana, politica e professionale dell'amico Renato Ballardini e all'augurio che così gli si rivolge per un ulteriore fecondo e sereno cammino.