News/Approfondimenti > 18 dicembre 2005

Zamagni: il Trentino sia laboratorio di formazione continua. Disoccupazione giovanile. Parla l'economista ieri a Rovereto ospite di Trento School of Management

di Matteo Zadra

ROVERETO - «La Provincia deve intervenire a tutela di cassintegrati per evitare il diffondersi dell'insicurezza e allo stesso tempo accelerare i tempo di passaggio verso nuovi modelli economici». È questa la ricetta di Stefano Zamagni, economista e professore ordinario di Economia politica all'Università di Bologna, che ha tenuto ieri una lectio magistralis sul tema «Civiltà dell'uomo ed economia civile» in occasione della cerimonia di chiusura della seconda edizione del Master of Art and Culture management di Trento School of Management.

Come bisogna leggere la situazione di crisi dell'industria in Trentino?
«I dati con segno meno registrati in provincia di Trento provengono principalmente dal settore manifatturiero e non devono allarmare. È una situazione congiunturale, ma l'importante è che parallelamente si veda nascere qualcosa di nuovo nei campi della cultura in senso ampio e delle nuove tecnologie. In questo la vostra regione sta facendo bene».

Quale può essere la soluzione di Queste difficoltà?
«E necessario applicare il principio della sussidiarietà, chi ha il potere deve accettare di aprire tavoli di negoziazione con il mondo dell'associazionismo».

Il 10% di chi ha meno di 30 anni in Trentino è attualmente disoccupato, come mai?
«Un tempo il mercato del lavoro era come una piramide: un'ampia base, un buon segmento di fascia intermedia e pochissimi al vertice. Oggi è come una clessidra. Una laurea non è più sufficiente e sono pronto a scommettere che la stragrande maggioranza di quel 10% sono giovani che hanno solamente una laurea. Ormai si richiede una formazione specializzata, per non restare nella strozzatura della clessidra...

Come può intervenire la Provincia autonoma?
«La Provincia deve favorire quella che in America chiamano lifelong leaming, un progetto di formazione continuativa. Il Trentino è il luogo ideale per questo tipo di sperimentazioni».

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