News/Approfondimenti > 25 maggio 2007

Classe dirigente troppo vecchia. Politici e industriali trentini scommettono sulle nuove leve

Cristofolini: ricambio, ma se c'è l'impegno

TRENTO - La classe dirigente trentina è troppo vecchia? L'interrogativo, lanciato da Vita Trentina nei giorni scorsi, sembra trovate d'accordo i principali attori della scena provinciale, anche se non si può fare di tutta un erba un fascio e bisogna che i giovani sappiano assumersi le proprie responsabilità. ''Presenteremo i risultati di una nostra ricerca - spiega Mauro Marcantoni, che ha coordinato il progetto di Trentino School of Management – al festival dell'Economia, prima non possiamo anticiparli. Ma posso dire che nella nostra ricerca, che ha abbracciato molti aspetti della vita dirigenziale, quello dell'età è stato tra i più importanti proprio perché emerso dal dati raccolti. Abbiamo lavorato principalmente sulle aziende di grandi dimensioni, Pubbliche o private non importa, e abbiamo messo insieme un quadro importante sotto questo punto di vista”.

Dal canto suo Marcello Carli, unico consigliere provinciale al di sotto dei 40 anni a Trento, invita a rinnovare nei fatti e non nelle parole: “Avere più donne e più giovani in politica è giusto, è oggettivamente necessario, è una spinta al rinnovamento importante, ma non deve essere solo uno slogan. Vedo che la Margherita ci ha provato, ma Zeni è stato sconfitto da Lunelli. Ci ha provato anche il Patt e non ci è riuscito. Noi dell'Udc siamo stati gli unici.che hanno fatto una scelta reale, eleggendo Paolo Dal Rì segretario del partito all'età di 29 anni. Dellai ha lanciato l’iniziativa dei cento giovani, ma mi sembra solo pubblicità, perché poi,'quando si tratta delle posizioni che contano, i giovani non le occupano mai. Nelle liste non li vedo; eppure Dellai quando ha incominciato a fare politica 18anni fa; era ancora giovane e dovrebbe tenerne conto.

Il presidente dei giovani industriali Rocco Cristofolini mette però in guardia dal rischio di dare il ricambio come un diritto da ottenere senza impegno: “Il ricambio non deve essere visto come una necessità in senso assoluto. Per quanto riguarda gli imprenditori dico che l’importante è che le aziende vengano gestite bene. Certo, il problema della rendita di posizione in Italia è vivo, e talvolta si fa strada non per merito ma per co-optazione. Ma bisogna anche che; affianco alla meritocrazia, che è un vantaggio per tutti, si faccia avanti il pensiero che i giovani:gli spazi se li devono guadagnare sgomitando, occupando le nicchie che nessuno sfrutta, lottando contro la visione statica delle cose e portando reali innovazioni. Le generazioni precedenti non hanno avuto le cose pronte, hanno dovuto sudare per ottenere le posizioni che occupano, non vedo perché non dovrebbe essere lo stesso per quelli che sono giovani oggi. Inoltre la vita attiva si è allungata di molto, e credo che sia normale che al potere ci siano persone mediamente più anziane di una volta”.

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