News/Approfondimenti > 06 giugno 2016

Come si difende il territorio

Questo Trentino

L'assessore provinciale all'Urb anistica Carlo Daldoss ha proposto alla Giunta l'istituzione di un forum permanente e diun tavolo di coordinamento per il paesaggio. Ne dovrebbe essere protagonista la società civile, in funzione dellapianificazione e gestione del medesimo. Sempre su questo tema, il 4 aprile è stato presentato al MUSE un ''Rapportosullo stato del paesaggio'', e cioè una ricerca sulle dinamiche di urbanizzazione e sul consumo di suolo. Si tratta di unlavoro della Scuola per il Governo del territorio (STEP), emanazione della nostra Provincia Autonoma. Ho in questomomento davanti a me questo ''Rapporto'', assai ricco di dati e cartine illustrative.

E' uno strumento di studio molto utile,che ci dà modo di valutare fino a che punto si sia spinto il processodi urbanizzazione e di consumo del suolo. Mi chiedoperò se non sarebbe stato utile confrontarsi con il passato, cioè con le previsioni e gli intenti del primo Piano Urbanisticoe successivi. Questo per valutarne la serietà, nonché l'incidenza. Un bilancio deve necessariamente rapportarsi alpassato, al fine di meglio comprendere il presente. E' cosa positiva appoggiarsi alla società civile per consigli eindicazioni, così come appare indispensabile il supporto degli esperti. Tocca però alla politica valutare la situazione edecidere il da farsi. A mio giudizio lo stato attuale del territorio trentino e del paesaggio non è buono. Per renderseneconto, al di là dei dati raccolti e delle cartine, può risultare sufficiente una semplice ricognizione visiva. Una buona partedel fondovalle, da Trento Nord a Mezzolombardo, nella piana di Pergine, in vai di Sole, nella Busa fra Arco e Riva, èingombra di edifici, fabbriche e capannoni, in molti casi vuoti e inutilizzati. Sono fonte di viva perplessità, per unosservatore spassionato, i 40.000 posti letto della vai di Fassa, come pure lo sviluppo apoplettico riservato a Madonna diCampiglio. Suscita pure dubbi, con sospetti di corruzione, il clamoroso caso ex Argentina in quel di Arco. Per quantoriguarda l'agricoltura, non contribuiscono certo alla bellezza del paesaggio le lugubri distese di teli bianchi, in costantecrescita, che sfigurano tante delle nostre zone, in vai di Non e altrove, mentre contemporaneamente una pioggia dipesticidi, inevitabile di un sistema industriale, inquina suolo, acqua e aria. Non voglio affermare che tutto sia negativo.Anche di recente mi ha fatto piacere scoprire i lavori di rinaturalizzazione sul Brenta ''vecchio'', a monte di Borgo, e ilprossimo completamento del restauro a Castel Caldes mi appare una tappa importante per un turismo diverso. Tuttavia ilgrande peso degli interessi consolidati e la stessa forza d'inerzia rendono assai difficile qualunque mutamento, tanto piùin un periodo di risorse economiche calanti. Il divenire del paesaggio (concetto alquanto incerto, che coincide a volte ecomunque confina con il termine ''ambiente''), sia esso in senso positivo o negativo, non è frutto del caso. Per questo ilpaesaggio non deve essere solo tutelato, ma pure costruito nel corso del tempo con un'atten¬ta programmazione.

Questo comporta tra l'altrol'impiego di non indifferenti risorse, per la rinaturalizzazione delle acque, il risanamento delsuolo, il recupero del patrimonio artistico e la valorizzazione dei centri storici e delle aree protette. Non è quindisufficiente limiarsi a studi e consultazioni di cittadini, quando si impongono scelte e decisioni impegnative e non facili.Spetta in primo luogo al mondo politico, sia pure col sostegno della società civile, guardarsi attorno e trarre leconseguenze. 

Francesco Borzaga

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