News/Approfondimenti > 11 luglio 2007

Stipendio legato ai risultati. In Provincia dipenderà sempre più dai giudizi

Il rapporto della Tsm presentato anche a Roma al Cnel e al ministro Nicolais

Sempre di più in futuro gli stipendi dei dirigenti provinciali dipenderanno dal raggiungimento dei risultati.

In un'ottica di misurazione dell'effettiva efficienza della pubblica amministrazione Mauro Marcantoni, responsabile del nucleo di valutazione della dirigenza, intende «alzare l'asticella migliorando gli obiettivi, dopo aver ragionato con i dirigenti generali per la loro definizione». Attualmente su uno stipendio medio di 80 mila euro per i «graduati» provinciali 6 mila dipendono dalla valutazione. Una percentuale in linea con le medie nazionali delle regioni ordinarie, dove si passa dai 2 mila 702 euro della Calabria (3,3% del totale della retribuzione), ai 6 mila 603 del Lazio (7,7%) ed i 7 mila 845 della Liguria (11,5%) fino ai 21 mila 705 euro della Lombardia (24%). Ma la specificità trentina esce soprattutto nel fatto che «non ci sia un allineamento verso l'alto delle valutazioni». In Provincia, infatti, da 4 anni non c'è più il «bravi tutti», ma per una scelta di metodo la media valutativa di tutti i dirigenti provinciali deve essere di 800 su un intervallo tra 600 e 1000, in modo che a tutti non venga dato il massimo dei voti. In Alto Adige il sistema non funziona con un budget predeterminato, ma le valutazioni si effettuano su tre principi: potenziale (futuribilità), posizione e risultato.

L'obiettivo della Trentino school of management, diretta da Marcantoni, è però quello di «creare una metodologia pilota che possa stabilire un modello standard delle regioni. Costruiremo ex novo - aggiunge - in dieci punti chiave degli indicatori sulle attività di governo. In Trentino l'avere ben 70 differenti servizi esaspera le difficoltà nella misurazione». Il tema è molto delicato, in quanto è facilmente immaginabile come possano insorgere gelosie ed invidie quando ci si trova di fronte a trattamenti differenziati. Ma l'interesse sul tema, soprattutto tra gli addetti ai lavori, è comunque molto alto anche a Roma, dove Tsm ha presentato il proprio rapporto sui sistemi di valutazione di fronte al Cnel ed al ministro della funzione pubblica Luigi Nicolais.

Per ora l'indennità sul risultato rappresenta solo un aspetto «morale», ma in futuro potrà diventare in senso più economico una misura dell'efficienza dell'attività della pubblica amministrazione.

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