News/Approfondimenti > 20 giugno 2007

Trento - L'intervento del presidente Dellai al primo summit del turismo nelle Regioni

Oggi nella sala Depero con Riccardo Illy, presidente della Regione

Gremita la sala Depero del Palazzo della Provincia, in piazza Dante, a Trento, dove è iniziato stamane il primo Summit del Turismo nelle Regioni, organizzato da tsm-Trentino School of Management, Scuola di Alta Formazione costituita dalla Provincia autonoma di Trento, dalla Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Trento e dall'Università degli Studi di Trento, in partnership con Trentino Spa e Turismo Friuli Venezia Giulia e con il patrocinio dell'ANCI-Associazione Nazionale Comuni Italiani. Dopo il saluto di Adriano Dalpez, presidente di tsm-Trentino School of Management (''questo appuntamento puó e deve diventare un luogo di confronto e di dialogo attorno ai temi del marketing turistico territoriale ed ha l'ambizione di proporsi come punto di riferimento per far crescere il ''sistema Italia del turismo'', oggi segnato da troppi sottosistemi'') gli interventi di Lorenzo Dellai, presidente della Provincia autonoma di Trento e di Riccardo Illy, presidente della regione Friuli Venezia Giulia. ''Fare turismo oggi - ha detto il presidente Dellai - richiede la capacità di mantenere un delicato equilibrio tra dimensione internazionale e dimensione locale.

La prima impone la capacità di entrare in un mercato che non ha ormai piú confini mentre la seconda chiama in causa l'attrattività dei territori, attrattività che è il prodotto di una pluralità di fattori (pubblici e privati) che riguardano non solo l'ambiente e i beni artistici, ma anche tutti gli ambiti della vita sociale ed economica.

Ormai lo sappiamo: il turismo non ''vende'' solo camere d'albergo, non eroga solo servizi, non fornisce solo professionalità, ma vende territori in tutte le loro complessità e peculiarità: ambiente, natura, cultura, arte, infrastrutture ecc. Il turismo ''vende'' quindi prodotti, intesi come mix di beni e servizi.

L'economia del turismo è, di conseguenza non solo economia delle imprese e delle attività turistiche, come spesso si pensa, ma è soprattutto economia dell'ambiente in senso lato e dunque allargato a tutto ció che fa accoglienza, compresi viabilità, servizi pubblici, qualità della convivenza, ricerca, formazione''.''Le Regioni - ha continuato Dellai - devono affrontare la competizione turistica consapevoli delle necessità di darsi una strategia di offerta e promozione, che consenta di emergere in un quadro generale in cui la competizione è molto agguerrita (quindi non procedere ciascun per sé ma promuovere i necessari collegamenti interregionali) e dall'altra tendere alle sinergie fra i marchi e le offerte regionali e il sistema Italia nel suo complesso, ancora indispensabile soprattutto nei confronti dei mercati piú lontani (le Dolomiti e il Garda sono in questa prospettiva brand di valenza sicuramente sovraterritoriale).

Ma devono anche sempre piú mettere a sistema le diverse attività economiche esistenti su ciascun territorio, essendo il turismo sempre di piú alla ricerca di ''esperienze'' di immersione autentiche e non standardizzate. Tutto questo significa andare verso una visione non esclusiva e settoriale del turismo che richiede un'apertura all'integrazione con altri settori, in primo luogo agricoltura, artigianato e commercio. Va in questa direzione la creazione di organizzazioni sul territorio che consentano di ottimizzare la relazione tra pubblico e privato e di gestire in modo efficace le politiche necessarie alla creazione dell'offerta e alla sua promozione sui mercati.

L'azione di una rete integrata di Sistemi Turistici Locali si rende oggi assolutamente necessaria, per promuovere e distribuire sui mercati internazionali l'offerta turistica e partecipare attivamente alla costituzione dei diversi ''club di prodotto''.

Ed è necessario, infine, tenere sempre presente le ricadute del turismo in termini sia economici, sia sociali e culturali. Quindi c'è la necessità di lavorare sul coinvolgimento degli imprenditori locali e della popolazione residente per dare al turismo quelle dimensioni di equilibrio indispensabili a garantirne il successo e la sostenibilità nel lungo periodo''. Prima di concludere e di sottolineare il ruolo che il Summit puó avere nel tessere una rete di costruttivi rapporti - ''per dirsi quello che va ma anche quello che non va'' - il presidente della Provincia autonoma di Trento ha ricordato che ''sinergia in campo turistico non vuol certo dire nuova centralizzazione'' e ha indicato la necessità di uno ''slancio nuovo e di professionalità nuove''.

Senza nascondere un possibile rischio che oggi si corre, quello cioè che ''l'antiturismo trovi spazio proprio all'interno delle Regioni a maggiore vocazione turistica''. Quindi Maria Concetta Mattei, la giornalista che coordina l'incontro, ha dato la parola a Riccardo Illy. Il presidente della Regione Friuli Venezia Giulia ha esordito sottolinenando come ''il turismo rappresenti ormai il primo comparto economico mondiale, in continua crescita. Purtroppo sappiamo bene come l'Italia, che pure detiene il 70 per cento del patrimonio culturale mondiale, stia perdendo posizioni nella classifica mondiale dei Paesi turistici, ora scavalcata anche dalla Spagna. Non abbiamo sfruttato il nostro tesoro, è prevalsa spesso una politica turistica del fai da te e del dilettantismo e scontiamo ad esempio la totale mancanza di scuole di alta formazione turistica mentre in Svizzera, per dirne una, ce ne sono cinque''.

Illy ha poi indicato nell'allargamento dell'Unione Europea uno dei fattori piú importanti per il futuro del turismo in Italia e in particolare nel Nord Est: ''Ci sono ottanta milioni di nuovi cittadini europei che abitano nei Paesi del Centro e dell'Est Europa nei quali la crescita economica è attorno al 4 per cento all'anno. È un bacino cui guardare con grande attenzione'' (red).

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