News/Approfondimenti > 23 febbraio 2014

Canazei, lo studio di Valentini per il master Unesco: ''Il ticket farà bene ai nostri passi''

Il Trentino, 23 febbraio

CANAZEI. Quest’inverno, con le sue abbondanti nevicate, ha messo a dura prova i valichi dolomitici, compresi quelli di Fassa. Diverse le loro chiusure, con conseguenti disagi. E se queste porte della valle, ben cinque, nei mesi invernali sopportano un carico di traffico limitato, d’estate sono luoghi di passaggio per migliaia di persone e soprattutto di vetture. Si tratta di accessi che, per le loro potenzialità ambientali e paesaggistiche, dovrebbero rappresentare il biglietto da visita di Fassa, per chi arriva e parte. Il condizionale però è d’obbligo dato che, da tempo, i passi sembrano cedere (specie il Sella) alla quantità di mezzi che vi transitano e all’assenza di servizi idonei. Le ipotesi di una loro chiusura (con varie modalità) o del pagamento di pedaggi da parte di auto e moto, sono da anni al vaglio della politica. Una questione aperta da troppo tempo e che, ora, per molti merita una soluzione.

Una, interessante, la avanza Stefan Valentini, 26 anni di Canazei, che l’ha tradotta nel suo progetto finale del master (concluso a dicembre) di Trentino School of Management e Scuola per il governo del Territorio e del Paesaggio, sulla gestione dei beni Unesco. Valentini, che ha studiato in particolare i passi attorno al Sella, è favorevole al pedaggio: «Da giugno a settembre - sostiene - è necessaria l’introduzione di un ticket, una compensazione al danno ambientale per l’eccessivo traffico in un’area tutelata dall’Unesco. Il pedaggio permetterebbe, in pochi anni, di reperire quei fondi, che la Provincia ora non ha a disposizione, per la manutenzione delle strade, la realizzazione di servizi, dai parcheggi a fondovalle e in quota, ai balconi panoramici, a punti informativi, e anche all’acquisto di pullman elettrici per portare i turisti dalla valle ai passi». 

Per Valentini l’iniziativa (i cui introiti dovrebbero essere gestiti a livello locale) deve far parte di un più ampio processo di consapevolezza e informazione per valligiani e turisti: «Solo se si è consci dell’unicità del nostro territorio la si può comunicare agli ospiti, che credo siano disposti a pagare circa 10 euro per salire al Sella o al Pordoi. È impensabile, al momento, chiudere i valichi dove, d’estate, si conta una media di 3 mila passaggi al giorno, con punte di 5 mila ad agosto, e far confluire, ad esempio, le 15 mila persone che da Canazei salgono ai passi su impianti a fune o mezzi ecologici. Questi possono essere di supporto per ridurre traffico e inquinamento, a partire da quello acustico che va limitato anche con autovelox e sanzioni, specie alle moto rumorose». Secondo Valentini, le località dove si paga il pedaggio sono percepite di particolare pregio e incrementano i visitatori: «Il ticket non è un freno per i turisti, perciò bisogna incentivare i mezzi alternativi di trasporto in quota, comprese le bici elettriche».

Per il giovane esperto dei beni Unesco il pedaggio sui passi è una forma di autofinanziamento - come le discusse tasse di soggiorno o di scopo - indispensabile per rendere competitiva la valle, per qualità del territorio e dei servizi: «Ipotizzo i passi a pagamento dall’estate 2015. Certo, non è semplice l’avvio di un progetto che prevede il confronto fra tre province e l’auspicabile coinvolgimento della Fondazione Unesco. Ma ho presentato la mia proposta alla Ual, che l’ha valutata positivamente e spero sia la base di un dibattito che porti a una soluzione concreta». 

(Elisa Salvi) 


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