News/Approfondimenti > 18 maggio 2007

Trentino Alto Adige - La regione è al primo posto per l' integrazione sul luogo di lavoro

Alla Facoltà di Economia un seminario sull'iniziativa comunitaria Equal

L'ultimo Rapporto Cnel colloca il Trentino al primo posto, tra le province italiane, per quanto riguarda l'integrazione degli immigrati stranieri. Una presenza, quella degli immigrati, che sta crescendo e che si caratterizza, oltre tutto, per essere molto qualificata rispetto ad altri territori. C'è, peró, un'altra faccia della medaglia, che mostra l'esistenza di gap e criticità: il 40 per cento dei ''casi sociali'' segnalati o presi in carico dai servizi - ad esempio - riguardano gli stranieri, il 60 per cento degli studenti stranieri (circa 30.000, pari al 7 per cento della popolazione scolastica) presentano ritardi scolastici, le discriminazioni sul lavoro ci sono e sono rinvenibili sia in ingresso che nelle condizioni contrattuali e di lavoro, nell'occupazione e nelle opportunità di miglioramento e carriera.

Il caso degli immigrati è un paradigma, anche in Trentino, dell'evoluzione e del cambiamento sociali che chiama direttamente in causa le politiche per l'inclusione sociale. Ma a subire processi di esclusione non sono solo gli immigrati: nella scala dell'inclusione sociale, il grado di integrazione è via via minore per lavoratori stabili, uomini, donne, immigrati stranieri maschi, immigrati stranieri femmine, lavoratori temporanei, persone con reti fragili, donne con figli a carico, donne over 40 e, al livello piú basso, immigrati stranieri giovani.

Il quadro è quello emerso stamane alla Facoltà di Economia ad un seminario promosso dall'Ufficio Fondo sociale europeo della Provincia autonoma dedicato alla lotta alle discriminazioni nel mercato del lavoro, un ambito d'intervento nel quale opera l'iniziativa comunitaria Equal (800 milioni di euro il budget comunitario, pari al 5 per cento delle risorse destinate al Fondo sociale europeo), iniziativa che vedrà la propria conclusione il prossimo anno e che ha visto e vede impegnati nella nostra provincia diversi enti e soggetti diversi: Centro Servizi Volontariato, Federazione Trentina della Cooperazione, Camera di commercio, Associazione Formazione Trentina, Trentino School of Management, Atos Servizi, Università di Trento.

Per favorire le condizioni che estendano l'inclusione sociale - e tra queste vi è appunto la lotta alle discriminazioni sul lavoro - il Trentino ha ampiamente fatto ricorso al Fondo sociale europeo (i fondi FSE utilizzati a questo scopo sono il doppio della media nazionale). Caratteristica e valore aggiunto di Equal, inoltre, è il fatto che i progetti ammessi a finanziamento sono solo quelli che prevedono partnership internazionali. ''Favoriti da una buona governance e dalla forte integrazione tra i soggetti locali - ha affermato aprendo i lavori del seminario Liana Pernetti, rappresentante della Commissione europea per l'iniziativa comunitaria Equal in Italia - i risultati in Trentino non mancano, in particolare nell'ambito delle pari opportunità, nella modernizzazione dei servizi per i disabili e nell'integrazione degli immigrati. Vi sono molte buone prassi da prendere ad esempio, ma vi sono sfide aperte, che riguardano ad esempio l'inserimento nel mercato del lavoro dei disabili e degli over 45, la ricerca del primo posto di lavoro per i giovani, le pari opportunità, la conciliazione tra vita familiare e lavorativa delle donne. Servono meccanismi rapidi, efficaci e capaci di attivare e utilizzare sinergie''.

Il seminario, ancorché offrire l'occasione, con due tavole rotonde conclusive, per fare il punto sui risultati delle iniziative attivate dai soggetti trentini, non ha inteso, volutamente, fare un bilancio di un'iniziativa che è ancora in corso, né rappresentare l'occasione per promuovere un sistema di ''buone prassi'', ma piú semplicemente trarre alcuni utili insegnamenti per il futuro. Equal non avrà un seguito ma gli obiettivi posti dall'iniziativa comunitaria saranno presenti nella programmazione ordinaria del Fondo sociale europeo, e proprio questa - è stato detto - sarà la sfida che anche il Trentino è chiamato a giocare. Sapendo che non vi è una sola politica ma che contro le discriminazioni occorrono piú politiche che si integrino, dal part time e servizi flessibili di sostegno per le donne che lavorano a politiche di integrazione e governo dei flussi per gli immigrati, dal reddito di cittadinanza e promozione di reti sociali e comunitarie per i soggetti deboli all'internazionalizzazione, incentivi per una vita autonoma e prestiti sull'onore per i giovani ( red ).

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