La mente estetica. Il bello nel labirinto del cervello umano
Estetica per la conoscenza «È un'esperienza importante al di là del concetto di bello». Gargani: ecco la via maestra per l'apprendimento. di Silvia Truzzi
Shakespeare diceva «Non si è ancor mai vista donna bella e stupida», mettendo in stretta relazione l'avvenenza e le doti speculative. Affascinante ipotesi, non priva di fondamento quanto densa di poetica. Oltre la lirica, la scienza ci racconta progressi sul tema. Da qualche anno Trento School of Management sta sviluppando tra le altre aree di ricerca e formazione un percorso di approfondimento e di formazione nel campo dell'arte e della cultura. All'interno delle attività del master post laurea annuale in Management dell'arte e della cultura, diretto da Ugo Morelli e che si svolge in partnership con il Mart, è previsto un incontro internazionale di studi sul tema della complessità del presente e della complessità dell'estetica, dell'arte e della cultura.
Anche quest' anno si terrà - oggi e domani alla Sala Conferenze del Mart di Rovereto - il seminario di studi sul tema della “Mente estetica”.
Per cercare di comprendere come la mente umana generi creatività e che ruolo abbia l'arte nell'esperienza cognitiva ed affettiva; ma anche per approfondire le complesse dinamiche del processo di fruizione artistica e culturale, converranno a Rovereto studiosi di particolare rilievo, con l' obiettivo di dialogare, tra: loro e con il pubblico. Gli studenti del Master of art and culture management coordineranno le attività e faciliteranno lo scambio e il dialogo, traendone anche un'importante opportunità di apprendimento. Il tema, “La Mente estetica” vuole porsi come spunto di riflessione sulla complessità interiore ed in particolare sulla mente estetica, intesa come risultato di un processo evolutivo. L’evento è dedicato a Luigi (Gino) Pagliarani, grande studioso di questi temi, e ruoterà intorno al tema violenza e bellezza (dal titolo dell'omonimo libro Violenza e Bellezza. Il conflitto negli individui e nella società, Guerini e Associati; Milano 1993) per indagare i risvolti psicologici legati alla gestione del conflitto e la sua possibile soluzione attraverso il momento della creazione.
Il convegno sarà inaugurato oggi da Vittorio Bo, direttore del Festival della scienza di Genova con una lezione magistrale su “Leggere la scienza. Soggettività e complessità”. La giornata di domani sarà scandita da quattro forum, ognuno dei quali ospiterà personalità del mondo accademico come Sandra Gosso, Gianluca Bocchi, Aldo Giorgio Gargani e Alfonso Iacono, esponenti del mondo dell'arte e dello spettacolo, professionisti d'azienda (a fianco il programma). Abbiamo chiesto a uno dei più significativi relatori del convegno, il professor Aldo Giorgio Gargani, docente di Estetica all'Università di Pisa di introdurci alcune delle tematiche che verranno affrontate.
Professor Gargani, qual è il valore attuale del l'esperienza estetica?
“L’esperienza estetica è stata relegata a lungo nell'esclusivo campo del ''bello'' e poca attenzione è stata riservata al valore conoscitivo e costruttivo della nostra stessa dimensione individuale e sociale. Il disconoscimento del valore cognitivo dell'esperienza estetica è un tratto caratteristico della tradizione della cultura occidentale fino al '900. L’esperienza estetica è stata considerata, insieme alle emozioni come un valore di terza classe, dopo la conoscenza e la morale”.
Quale potrebbe essere il valore dell'esperienza estetica?
“Proprio l'accesso alla conoscenza, gli stessi processi di apprendimento e soprattutto l'esperienza di creazione di qualcosa di nuovo in ogni percorso esistenziale trovano nell' esperienza estetica la via maestra. Abbiamo bisogno di rivalutare, e la scienza oggi ce lo consente, il valore cognitivo delle emozioni e dell'esperienza estetica. Le prove scientifiche e i risultati della speculazione filosofica intorno a questo tema sono molteplici”.
Ci può fare un esempio?
“Di particolare rilievo è l'esempio delle cosiddette relazioni transcontestuali, in cui è possibile vedere come un'idea rilevante e innovativa in un contesto per esempio quello della creatività musicale, può generare un contributo di trasformazione e innovazione in un altro contesto; non solo nella ricerca scientifica ma anche nell'esperienza di ogni giorno. Nell'esperienza scientifica l'elemento estetico assume un particolare valore a proposito della ''metafora viva'', di quel processo in base al quale solo in presenza di una nuova rappresentazione metaforica di un certo fenomeno di una certa realtà noi accediamo ad un'inedita conoscenza di quel fenomeno e di quella realtà».
Lei sta sostenendo l'importanza per la mente che conosce dell'attraversamento estetico dei campi conoscitivi?
“I codici culturali non contano solo per la loro specificità e per il contributo che possono dare nella conoscenza del fenomeno di cui si occupano, ma il loro valore sta anche al margine, laddove si incontrano con altri codici e questo collegamento è produttivo di possibilità inedite, sia sul piano conoscitivo che sul piano esperienziale. In un certo senso vale anche per la nostra esperienza personale: il meglio di noi lo esprimiamo incontrando gli altri”.
Che connessione esiste tra estetica ed etica?
“È importante approfondire il concetto di estetica come approccio empatico, riconoscendo l' etica come autofondazione. Nella definizione narrativa dell'identità personale ognuno di noi rappresenta in fondo e principalmente il posto in cui è, la posizione da cui parla. Questo è uno dei principali punti di connessione tra etica ed estetica. Ne deriva anche una ridefinizione del senso della responsabilità. Rispondiamo a noi stessi in primo luogo mentre rispondiamo agli altri”.