News/Approfondimenti > 10 gennaio 2015

Dolomiti Unesco, effetti positivi per il 38% Comincia la terza edizione del Master

Corriere del Trentino

di Erica Ferro

Aristotele parlava di atto e potenza. Gli servivano per spiegare il mutamento. Parafrasando la «Fisica» dello Stagirita e portandola ai giorni nostri, scegliendo quale campo di applicazione le Dolomiti patrimonio dell’umanità, potremmo dire che il mutamento è di là da venire: «È diffusa, fra le categorie economiche, sociali e pubbliche trentine, la consapevolezza dell’importanza dell’accreditamento Unesco ricevuto nel 2009 — spiega Ugo Morelli, presidente del comitato scientifico del master World natural heritage management — ma stenta a tradursi in comportamenti concreti, la prassi è ancora di pochi». Insomma, l’atto rimane in potenza.

Del resto «il cambiamento non è mai repentino, ma frutto di sforzi e investimenti fatti con costanza e continuità» ricorda l’assessore provinciale alle infrastrutture e all’ambiente Mauro Gilmozzi.

Mercoledì prenderà il via la terza edizione del master, unico in Europa, dedicato alla conoscenza e alla gestione dei beni naturali iscritti nella lista del patrimonio mondiale Unesco. L’obiettivo è sempre lo stesso: «Tentare di favorire una presa di coscienza rispetto al valore di questo riconoscimento — spiega Morelli — promuovendo la diffusione di un atteggiamento progettuale che vada oltre la semplice domanda “cosa ci dà l’Unesco?”».

Un’iniziativa partita in sordina sei anni fa, validata nei suoi intenti dalle prime due edizioni di successo: 18 partecipanti l’una e una percentuale di inserimento lavorativo che si aggira attorno al 60%. Quest’anno i posti sono 15, solo un richiedente su quattro potrà partecipare al master.

Sono gli studenti dell’edizione appena andata in archivio ad aver condotto una ricerca sulla percezione dell’accreditamento Unesco in Trentino tramite 45 interviste e 195 questionari somministrati a rappresentanti di realtà economiche e associative del territorio.

Ne risulta, in generale, una atteggiamento positivo nei confronti del valore dell’accreditamento, anche se il 49% degli intervistati non ha rilevato grandi cambiamenti dal 2009 a oggi, mentre il 38% dichiara che il riconoscimento abbia avuto effetti positivi. Il 97% tuttavia è concorde sulla presenza di opportunità di sviluppo per il territorio.

«È una situazione a macchia di leopardo e c’è ancora molto da fare — osserva Morelli — La consapevolezza c’è, almeno in alcune categorie, ma la traduzione della potenzialità in prassi è una questione ancora di pochi».

Per Gilmozzi, comunque, riscontrare una generale posizione positiva verso l’accreditamento è già un primo passo: «Consapevolezza e conoscenza un po’ alla volta diventeranno il cambiamento, che non è mai repentino — osserva — Si tratta di un lavoro a cascata, stiamo cercando di rendere accessibile e popolare il messaggio che i beni ambientali possono avere un valore anche economico e sono necessari percorsi di accompagnamento, anche culturali».

Il master sarà inaugurato giovedì alle 20 al Muse da un dialogo fra Luca Mercalli, presidente della società metereologica italiana, Morelli e Michele Lanzinger, direttore del museo su «vivibilità, biologia e cultura nei paesaggi delle Dolomiti Unesco».

Proprio con il Muse la Scuola per il governo del territorio e del paesaggio (che gestisce il master) intende istituire una partnership che consenta alla Fondazione Dolomiti Unesco di offrire uno strumento formativo anche per gli altri siti italiani di carattere naturale (Langhe e Monferrato, monte Etna, isole Eolie e la costiera Amalfitana).


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