News/Approfondimenti > 29 giugno 2007

Valutazione della dirigenza, Lazio e Molise sono le regioni con il maggior numero di manager pubblici

di Andrea Ugolini

I dirigenti pubblici sono in media il 7,28% del totale dei dipendenti e l’8,8 ogni 100mila abitanti, pesano per il 19,86 % sul costo complessivo del personale dell’amministrazione e guadagnano in media 78.284 euro annui. Sono alcuni dati significativi che emergono dal primo  Rapporto sui sistemi di valutazione della dirigenza nelle Regioni e nelle Province autonome. Modelli ed esperienze a confronto, che delinea il quadro completo di 15 regioni e delle Province autonome di Trento e Bolzano per quanto riguarda costi e retribuzioni del management pubblico. Il volume è frutto di un attento lavoro di ricerca avviato grazie alla partnership tra Formez, Provincia autonoma di Trento e Trentino School of Management.

Il Rapporto,  curato dal direttore di Trentino School of Management (TSM) Mauro Marcantoni e dal ricercatore del Formez, Vincenzo Veneziano per le edizioni FrancoAngeli, è stato presentato il 28 giugno a Roma nella sede del CNEL alla presenza del Sottosegretario al Ministero alle Riforme e le Innovazioni alla Pubblica Amministrazione Gian Piero Scanu, di numerosi esperti e studiosi del tema della dirigenza pubblica e dei rappresentanti di dodici regioni.

Il tema sta diventando sempre più importante, ha spiegato Mauro Marcantoni (Direttore di Trentino School of Management e Presidente Nucleo di Valutazione della Dirigenza Provincia autonoma di Trento) perché “è indispensabile rendicontare ai cittadini la produttività del denaro impiegato nei servizi e nelle funzioni pubbliche e solo un forte miglioramento delle prestazioni può giustificare l’impiego di risorse crescenti. Per completare il dibattito, abbiamo coinvolto intorno al tavolo non solo i rappresentanti delle Regioni ma anche numerosi esperti della materia, in modo da offrire una cornice di qualità al lancio della nostra collana editoriale, che comprende anche una pubblicazione sulla classe dirigente in Trentino. In questo modo abbiamo anche consolidato i nostri rapporti con il Formez rafforzando l'attività di studio ed affiancamento alla Pubblica Amministrazione”. 

In questa prima fase di esperienze di valutazione, i nuclei di valutazione hanno svolto un importante ruolo, anche in virtù della loro composizione mista (utilizzando in parte personale interno in parte esperti esterni alla struttura amministrativa). Ma alla conclusione del processo valutativo c’ è stata scarsa comunicazione e poco uso del modello di feedback secondo Vincenzo Veneziano del Formez che attribuisce grande importanza ''al lavoro di affiancamento e scambio tra ammininistrazioni. Va infatti ricordato che molti enti hanno lo statuto speciale e anche gli enti a statuto ordinario stanno assumendo un grado crescente di autonomia per cui lo stimolo ad acquisire esperienze di altre realtà non può essere un processo calato dall'alto, ma condiviso con gli attori dell'amministrazione''.

Il tema della valutazione ha posto un problema importante al Governo, che ha risposto con il memorandum sul pubblico impiego. Secondo il Sottosegretario di Stato alla Riforme e le Innovazioni nella Pubblica Amministrazione Gian Piero Scanu il recente accordo “non è stato una sconfitta dell’esecutivo contro i sindacati anche perché non abbiamo mai nascosto i problemi. Sappiamo che c’è un cattivo funzionamento dei nuclei di valutazione, dove spesso non viene valutato un bel niente, così come sappiamo che all’interno della macchina pubblica esistono aree di inefficienza e anche di malaffare, ma non dimentichiamo che stiamo parlando di un organismo in cui lavorano 3,5 milioni di persone. Abbiamo agito per applicare l’articolo 97 della Costituzione sul buon andamento e l’imparzialità dell’amministrazione, ma anche per estendere il senso degli articoli 2 e 3, valorizzando la dignità del dirigente pubblico”.

Rispetto alla media nazionale, tutte le regioni del Nord si avvicinano al parametro mentre al Centro la situazione è più differenziata, con il valore molto alto del Lazio (13,46%) e il resto in fascia media (fanno eccezione le Marche con il 5,40%). Anche nel Sud si notano forti divari, con il Molise che raggiunge il 9,37% e con due regioni sotto la media (la Calabria con il 4,21% e la Puglia con il 5,18%). Anche se il rapporto tra dirigenti e dipendenti è legato al modello organizzativo adottato, le percentuali sopra il 9% (Lazio e Molise) possono essere considerate anomale. Non è invece automatico che chi sta sotto soglia (Calabria, Puglia, Marche) debba essere considerato virtuoso (i meccanismi che regolano gli assetti e l’accesso alla dirigenza talvolta sono condizionati da fattori diversi dai reali “fabbisogni”).

Per quanto riguarda gli stipendi percepiti dai dirigenti, la retribuzione globale è composta dalla retribuzione fondamentale, dall’indennità di posizione e dall’indennità di risultato. Il valore medio è pari a 78.284 euro. Sopra gli 85.000 euro ci sono le regioni Lazio (85.100 euro), Molise (87.650 euro) e Lombardia (90.183 euro). Sotto i 70.000 euro ci sono le regioni Liguria (68.171 euro), Puglia (68.584 euro) e Veneto (69.467 euro).
Le regioni che hanno un’indennità di risultato più elevata sono Molise (13.848 euro), Abruzzo (13.963 euro) e Lombardia (21.705 euro). L’ottenimento di questa indennità non è automatico ma subordinato al raggiungimento degli obiettivi assegnati. Le regioni meno propense a rischiare sul risultato sono Basilicata e Puglia (che non hanno indennità di risulto), Calabria (2.702 euro) e Veneto (3.462 euro).

I punti deboli sono soprattutto la scarsa omogeneità dei sistemi di valutazione regionali e l’appiattimento in alto delle valutazioni espresse: è evidente che un intervento valutativo appiattito su un solo livello (sull’ottimo e sui suoi dintorni) non costituisce una leva di miglioramento delle situazioni meno attrezzate e non rende merito a quelle più efficienti ed orientate al cittadino. Va aggiunto che gli indicatori di misurazione sono spesso inadeguati e c’è poca attenzione al potenziale di crescita, che potrebbe rivelarsi essenziale per la crescita dell’apparato. La piena valorizzazione del capitale umano darebbe una forte accelerazione alla crescita qualitativa degli enti pubblici.

knock off watches