News/Approfondimenti > 25 ottobre 2014

Dolomiti Unesco, cresce la domanda di professionisti

Corriere del Trentino

di Silvia Pagliuca

Esportare le Dolomiti. È questa la missione a cui dovranno rispondere i futuri professionisti delle montagne.

Manager, funzionari, studiosi, progettisti: tutti coloro, insomma, che sapranno fare del territorio, un brand capace di rendersi riconoscibile per autenticità e tradizione. «Parliamo di spirito, visione, capacità di interpretare i nostri luoghi con lungimiranza, credendo nel potere delle influenze straniere.

Perché, oggi, è solo guardando lontano che possiamo valorizzare il territorio vicino». A parlare è Ugo Morelli, saggista e professore universitario, editorialista del Corriere del Trentino , nonché presidente del comitato scientifico del Master in World natural heritage management, promosso dalla Provincia in partnership con la Trentino school of management, la Scuola per il governo del territorio e del paesaggio, l’Università di Torino e patrocinato dalla Fondazione Dolomiti Unesco.

Giunto alla sua terza edizione, il master si impegna per creare profili professionali nuovi, attraverso i quali ricercare un equilibrio inedito tra necessità demografiche, crescita economica e efficienza gestionale. «La tutela ambientale sarà la vera chiave di volta del domani. È su questo comparto che i giovani dovranno investire, puntando su scienza, sapere e internazionalità», continua Morelli.

Con una richiesta di figure professionali «verdi» in costante aumento, dunque, anche le Dolomiti, diventate dal 2009 una delle 1007 località riconosciute come Patrimonio mondiale Unesco, diventano un terreno fertile su cui agire. «Le opportunità di lavoro ci sono, ma è necessario immettere sul mercato risorse altamente specializzate, che si avvalgano di una capacità imprenditoriale propria per lavorare in un ambito in cui molto è ancora da fare», precisa Marcella Morandini, segretario generale della Fondazione Dolomiti Unesco. «A oggi, infatti — fanno sapere dal Master — i diplomati delle precedenti edizioni, sono inseriti in percorsi lavorativi avviati grazie ai progetti che hanno curato e presentato durante il corso di studi o in occasione degli stage».

Le occasioni professionali vanno dallo sviluppo sostenibile al management dei beni comuni, dal governo del territorio alla gestione istituzionale del paesaggio. «Tutte opportunità — precisa l’assessore all’ambiente Mauro Gilmozzi — che guardano alla montagna come luogo di vita e non solo di vacanza. Per questo, mentre altre regioni d’Italia investono nella gestione dei beni culturali, noi puntiamo sulla valorizzazione del paesaggio».




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