News/Approfondimenti > 05 gennaio 2007

Per il Cile un progetto di Provincia e Università

di Andrea Tomasi

Costruire un asilo nido in cinquanta giorni si può. Parola del professor Antonio Frattari, prorettore per i progetti edilizi dell'Università di Trento. Ma l'asilo di cui si sta parlando non verrà realizzato in Italia.

«Lo stiamo costruendo in Cile - racconta il docente -. Si tratta di un progetto promosso dall'assessore alla solidarietà Iva Berasi». Frattari, che è responsabile del Laboratorio di progettazione edilizia dell'ateneo, nella regione cilena dell'Araucania ha tenuto una serie di seminari per spiegare quali sono le tecniche di costruzione più adatte. L'edificio, di circa 140 metri quadrati, dovrebbe essere pronto per la fine del mese.

Al governo locale - spiegano i promotori - sono state fornite tutte le indicazioni necessarie per rispondere alla crescente domanda di strutture per l'accoglienza dei bambini fra gli zero e i ventiquattro mesi.

«Si tratta di un'area ricca di legname. Noi non mettiamo né il materiale né le maestranze. Diamo solo le ''istruzioni'' tecniche per disegnare, fare e collocare i pannelli prefabbricati. L'amministrazione pubblica vuole puntare sui servizi alle famiglie e alle donne impegnate nel lavoro fuori casa, quindi edifici come le scuole materne e gli asili diventano fondamentali». L'assessore Berasi spiega che la Provincia è impegnata da tre anni nel progetto di collaborazione: un progetto da settantamila euro, che prevede delle consulenze per l'introduzione di «sistemi ecocompatibili di smaltimento dei rifiuti» (raccolta differenziata) e lezioni per il potenziamento del turismo sostenibile. All'inziativa, oltre a Frattari, collabora il preside della facoltà di Ingegneria Marco Tubino e i vertici della Trento school of management.

Regista ufficiale, di parte accademica, è Antonio Scaglia, prorettore per i rapporti internazionali. L'Università di Trento ha stretto un accordo con la Pontificia Università Cattolica del Cile. Si sta lavorando anche all'attivazione di una doppia laurea in ingegneria e architettura. Ma come è nata l'idea di aiutare il governo cileno alla realizzazione del programma di innovazione? «Buona parte del merito - dice l'assessore Berasi - spetta al nostro consultore in Cile: il professor Renato Albertini, originario della val di Sole, tre anni fa ha dato una prima impronta. Nella regione dell'Araucania vive la minoranza etnica dei Mapuche. I cileni si sono interessati al nostro modello di convivenza, ma anche al nostro sistema scolastico e ai nostri asili nido»

Il passo successivo sono state le «lezioni sul posto». I tecnici della Provincia fanno sapere che «nei mesi di maggio e agosto 2006 Frattari ha svolto due gruppi di attività di trasferimento di conoscenza per lo sviluppo della capacità (dieci giorni ciascuna) consistenti nello svolgimento di seminari e workshop rivolti ad architetti, ingegneri, carpentieri, educatori di scuole per l'infanzia. Nei mesi di ottobre, novembre e dicembre è stato elaborato il progetto dell'asilo nido, prototipo in legno, da realizzare a Villarrica ove ha sede la sede distaccata dell'Università Cattolica del Cile. L'asilo può ospitare venti bambini e costituisce il modello di riferimento per la realizzazione di circa ottocento asili nido che la presidente del Cile Bachelet vorrebbe far realizzare nel volgere di un anno. È un progetto ambizioso, ma possibile grazie all'uso di elementi in legno modulari. Nella progettazione sono state previste soluzioni realizzative finalizzate al contenimento dei consumi energetici».

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