News/Approfondimenti > 07 maggio 2008

Immigrati, l’integrazione possibile solo con il lavoro

TRENTO. Sono 28.198 gli immigrati stranieri che lavorano in Trentino. Circa 16.000 arrivano dall’Est Europa: 8.000 dall’ex Jugoslavia e dall’Albania, un migliaio dalla Polonia, gli altri da Ucraina, Moldavia, Romania e Bulgaria. Sono molti quelli che lasciano nel loro paese d’origine un posto di lavoro sicuro (ma poco remunerativo) per .tentare l’avventura in Italia. Lasciano posti di impiegato o insegnante e si ritrovano quasi tutti a fare il cameriere, l’operaio o il muratore. Nonostante un diploma o addirittura una laurea. Questo è un fenomeno sociale sempre più diffuso: la dequalificazione di lavoratori immigrati che vengono sottoutilizzati. Un problema che è stato affrontato dalla Trento School of management in collaborazione con Ebat, Camera di commercio, Fbk e Almalaurea. L’obiettivo è quello di integrare in Trentino gli immigrati e per questo si è attivato Pontest: un ponte virtuale che unisce i lavoratori dell’Est al Trentino.

Il progetto consiste in una sperimentazione di reclutamento on line di laureati polacchi per ottenere dei posti nelle imprese trentine. Un modo per selezionare i flussi, ma non solo. «In questo modo – ha spiegato Gianluca Cepollaro, vice direttore della Tsm – si valorizzano le qualità di una persona, si offrono opportunità di sviluppo alle imprese e si garantisce maggiore competitività al sistema». Secondo il docente universitario Luca Nogler è una via per «governare e non subire l’immigrazione». Per Giovanni Tascino (Cisl) «è un passaggio positivo perché si guarda agli immigrati come ad una risorsa, anche se si potrebbe investire anche su quelli che già sono in Trentino e che, nonostante titoli di studio, sono costretti a fare i camerieri o le pulizie. E’ importante che anche le lauree straniere siano considerate al pari di quelle italiane». E Antonio Rapanà, ex sindacalista della Cgil, la ritiene «una prospettiva innovativa fra domanda e offerta di lavoro, perché il lavoratore non arriva più in Trentino “a caso”».
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