News/Approfondimenti > 09 febbraio 2015

Da identità a responsabilità. Le nuove frontiere dell’architettura contemporanea nei territori alpini.

Comunità delle Giudicarie

Si è tenuto presso la Casa della Comunità delle Giudicarie nella sala Sette Pievi il convegno ''Architettura Alpina contemporanea. Il manuale per le Giudicarie''. Un convegno che, a partire dall'illustrazione della pioneristica esperienza dei Manuali Tipologici dell'architettura costruiti nell’ambito del percorso legato al Piano Territoriale di Comunità delle Giudicarie, ha posto al centro dell'attenzione lo sviluppo dell'architettura alpina.

I professionisti che hanno collaborato con la Comunità delle Giudicarie per la redazione del ‘Manuale per l’architettura contemporanea in Giudicarie’ hanno presentato il metodo innovativo e le linee guida elaborate, quindi relatori di calibro internazionale hanno proposto una panoramica a tutto tondo attraverso esperienze significative della situazione dell'architettura contemporanea nell'arco alpino.

Sala gremita. Presenti anche l’Assessore provinciale Carlo Daldoss, il dirigente generale del Dipartimento Urbanistica della PAT, Romano Masè, i referenti degli Ordini provinciali di Architetti, Ingegneri e Geometri, tutti  i membri della Commissione Paesaggio della Comunità delle Giudicarie e diversi membri del Tavolo di confronto e consultazione per il Piano Territoriale delle Giudicarie.

«Mi fa molto piacere vedere una sala così gremita, segno che il tema del valore del paesaggio e della progettazione sono temi molto sentiti- ha aperto la presidente della Comunità delle Giudicarie Patrizia Ballardini -. Abbiamo lavorato con impegno e convinzione per costruire questo momento di confronto  allargato a tutto l'arco alpino poiché riteniamo che proprio un territorio come il nostro, per il quale il paesaggio è un  valore essenziale, debba farsi promotore e pioniere in iniziative in grado di favorire l'adozione di  forme ed approcci architettonici in grado di valorizzare l'ambiente nel quale si inseriscono, divenendo elementi di valore per il paesaggio stesso. Le molte richieste di approfondimento che ci sono giunte negli ultimi mesi rispetto al 'manuale' che abbiamo elaborato insieme a Donegani e Lauda nel corso degli ultimi due anni ci hanno convinto a guardare oltre i confini di questo angolo di Trentino per allargare il confronto con altri professionisti che si sono distinti in ambito internazionale con le loro progettualità disseminate nell'arco alpino. Questo momento di confronto si apre ora, a valle della approvazione del ‘manuale’ da parte della Assemblea della Comunità con il parere positivo della Conferenza dei Sindaci, nell’ambito del percorso legato al Piano Territoriale di Comunità. Ringrazio Maurizio Polla che mi ha assecondato anche in questa volontà di avere un'occasione di confronto nella quale far conoscere anche il nuovo approccio che la Commissione Paesaggio di Comunità ha voluto applicare, instaurando un rapporto diverso tra progettista e enti territoriali e commissioni giudicanti e, allo stesso tempo, dare dei punti di riferimento a chi intende progettare confrontandosi con le composizioni dell'architettura contemporanea».

La sala Sette pievi della Comunità e la Sala dei comuni non sono riuscite a accogliere i quasi 300 professionisti iscritti (architetti, ingegneri, geometri), oltre che i tecnici comunali, i componenti delle commissioni edilizie e delle commissioni paesaggio, gli amministratori che hanno voluto partecipare al convegno. Pertanto con un collegamento in streaming con la sala conferenza presso il Centro Studi Judicaria si è data la possibilità a tutti di seguire i lavori, iniziati con la riflessione di Alberto Winterle Presidente dell' Ordine degli Architetti della Provincia di Trento. ''Quando ci è stato comunicato dalla Comunità delle Giudicarie che stava strutturando dei “Manuali tipologici”, abbiamo avuto paura che venissero introdotti dei vincoli ulteriori, avevamo il timore che imponessero ulteriori aggravi alla progettazione. Abbiamo accolto invece con favore l'idea che siano ''solo'' atti di indirizzo. E' un messaggio che la comunità lancia, non tanto quindi per imporre una linea ma per dare dei punti di riferimento''.

''Un processo innovativo al quale abbiamo guardato con favore- gli fa eco il portavoce dell'ordine degli ingegneri, Emiliano Leoni Anche la progettazione deve avere la capacità di confrontarsi con la modernità. Le valli che sono considerati territori periferici, possono diventare baricentrici per l'attività culturale e per lo sviluppo di nuovi progetti''.

Poi l'intervento di Bruno Zanon, Presidente comitato scientifico STEP – scuola per il governo del territorio e del paesaggi, che ha accolto con entusiasmo l'idea di un convegno dedicato all'architettura alpina contemporanea. ''Dare il sostegno ad iniziative meritevoli come questa è doveroso da parte nostra in quanto si inquadra nella missione di Step di sensibilizzare verso temi del paesaggio e dei processi di pianificazione del territorio. Dobbiamo prepararci ad affrontare con competenza le sfide che ci troviamo di fronte. Questa del manuale è una sfida importante, perché ci da un aiuto alla progettazione, da una mano a chi ogni giorno costruisce paesaggio''.

Proprio sul costruire il paesaggio e sulla complessità di riuscire a conciliare tradizione ed innovazione l'intervento di Annibale Salsa, antropologo e membro della commissione paesaggio della Comunità delle Giudicarie. ''Un antidoto al tecnicismo, è quello di portare degli stimoli in senso culturale in modo che si possa interrogare sull'aspetto umano dell'architettura. Il paesaggio deve essere visto come luogo dell'ibridazione, un contesto osmotico, un laboratorio all'interno del quale si manifesta il divenire incessante della società. L'architettura contemporanea è diventata una grande sfida che deve conciliare tradizione e innovazione..., senza cadere nel passatismo: il bello che si è prodotto nei secoli passati è un bello legato alla funzionalità di quel tempo passato... cambia il tempo e cambia la prospettiva''. Non solo. ''La tecnologia ci mette a disposizione strumenti di una potenza straordinaria e ci permette di fare qualsiasi cosa. Dobbiamo cercare di incorporare la dimensione del limite. L'uomo nella sua volontà di onnipotenza può generare fenomeni devastanti... da qui la necessità di agire con consapevolezza, conoscenza dei diversi saperi e di aprirsi all'interdisciplinarietà. La grande sfida è di uscire dalla falsificazione e dal passatismo, per aprire un discorso nuovo in modo che l'architettura riesca a dialogare con il mondo alpino''.

Una sfida che sta alla base della realizzazione dei manuali tipologici come sottolineato nche da Maurizio Polla responsabile dell'Ufficio Tecnico della Comunità delle Giudicarie. ''Ci siamo resi conto che in Commissione paesaggio ci trovavamo a doverci confrontare con proposte progettuali difficili da inserire nel nostro contesto e abbiamo pensato fosse necessario trovare un modo per dare un supporto a chi voleva percorrere la strada dell'architettura contemporanea. Così chi vuole progettare in modo nuovo e sperimentare nuove tipologie architettoniche può confrontarsi con alcuni esempi che a nostro parere sono soluzioni architettoniche che si sono inserite in modo appropriato nel panorama alpino nonostante abbiano proposto architetture e forme nuove. Il nostro tentativo è stato dunque quello di dare dei punti di riferimento. Noi abbiamo inserito i Manuali tipologici dell'Architettura Tradizionale e di Architettura Contemporanea nel Piano Territoriale e lo Stralcio è stato approvato dalla assemblea della Comunità''.

Concetto condiviso e ripreso anche dagli architetti Dante Donegani e Giovanni Lauda autori del Manuale Tipologico dell'Architettura Contemporanea. ''E' uno strumento a portata di mano dei professionisti e delle commissioni giudicanti che cambia il rapporto tra commissione e progettista, da delle indicazioni strategiche in quanto è impensabile pensare di dare dei vincoli all'architettura contemporanea. Questo manuale spero sia quindi uno stimolo a guardare al futuro, per capire come poter fare architettura contemporanea, un'architettura che evolve con grandissima velocità. E' un manuale che ogni anno si deve rinnovare... non è un manuale ''finito'' ma è un manuale che deve crescere con i vostri lavori''.

Alla presentazione dei manuali è seguito il saluto di Carlo Daldoss, Assessore all’urbanistica, enti territoriali e coesione sociale della Provincia autonoma di Trento, che ha ripreso il tema della trasformazione del paesaggio come elemento fondamentale di crescita. ''Stiamo attraversando un momento in cui l'attenzione non è solo per la conservazione del paesaggio ma si inizia ad intenderlo come contesto in cui è in atto una trasformazione. Le Giudicarie con la realizzazione di questi Manuali tipologici sono sicuramente pioniere in questo percorso e in questa visione di recepire i cambiamenti in atto, anche da un punto di vista della pianificazione e della progettazione. E' un segnale importante che arriva da questo territorio. E’ la proposta di un modo nuovo di rapportarci con l'architettura, che deve puntare ad una maggiore consapevolezza del segno che ciascun intervento lascia sul territorio. Con Step abbiamo investito molto sulla formazione dei professionisti in quanto questa ci sembra l'unica strada possibile da percorrere per avere un paesaggio che deve rappresentare l'anima di chi sul territorio ci vive. Crediamo quindi che l'innovazione sia una grande opportunità per la nostra terra, che può essere capace di far nascere laboratori di avanguardia''.

''Il manuale è espressione di un grande lavoro che in Trentino si sta facendo da anni e che sta producendo dei frutti, e al quale guardiamo con favore, e un pizzico di invidia, dal Piemonte. Il lavoro degli ordini professionali, degli amministratori e di Step sembra stiano iniziando a dare dei risultati interessanti'' ha commentato il Professor Antonio de Rossi. ''Questo manuale non è solo un manuale tecnico. Rientra in una strategia complessiva. Segna il passaggio da una progettazione basata sull'identità ad una concezione basata sulla responsabilità. Così i manuali diventano ''il luogo di incontro tra professionisti, amministratori e la comunità''. Il professore De Rossi ha poi dato un quadro dell'architettura alpina attraverso delle pennellate a partire dalle visioni Ottocentesche a quelle dei nostri giorni in cui diventa preponderante il concetto che ''progettare bene è una questione fondamentale per lo sviluppo del territorio e non solo un modo per evitare delle brutture''. Non si parla più quindi ''di Architettura dentro il paesaggio ma è l'architettura stessa che costruisce il paesaggio''.

''Per noi l'architettura è dare continuità alla forma del paesaggio. Cogliere la situazione consapevolmente'' è la visione dell'arch. Gerd Bergmeister dello studio Bergmeisterwolf architekten, espressa nell'introdurre progetti di architettura contemporanea realizzati nell'arco alpino e considerati esempi di riferimento in ambito internazionale. ''Capire il luogo, riconoscere quello che è autentico e imparare a percepire il colore. Vedere rosso a Venezia è diverso che a Mosca. Cerchiamo di riferirci a forme costruttive appartenenti alla tradizione. La sfida è saper leggere le differenze del luogo. Non si costruisce in un luogo ma si costruisce il luogo. L'architettura può modificare e reinterpretare. Appartenenza è armonia, percepire e riconoscere un luogo, le sue costanti, è ciò che è stato sviluppato con continuità. Comprendere le situazioni e le connessioni nel tentativo di legarsi al vissuto. L'architettura si lega alla tradizione ma deve guardare al vissuto, è relazione tra uomo, natura e arte''.

Poi spazio ad un'ampia carrellata di proposte d'avanguardia dell'arch. Luca Colombo dello Studio Matteo Thun & Partners.

Tione di Trento, 9 febbraio 2015


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