Etnocentrici e globali
L’incontro promosso ieri dalla Trento School of Management
Siamo tutti uguali ma diversi. Sembra un controsenso, ma rappresenta la realtà .
Ne ha discusso ieri sera, in una sala Falconetto gremita soprattutto da studenti, il professor Bernardo Bernardi, docente di Antropologia culturale alla Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Bologna e di Etnologia alla Facoltà di Lettere dell’Università ''La Sapienza'' di Roma.
Invitato dalla Trento School of Management, il noto antropologo - che lega il proprio nome allo studio del mondo africano – ha tenuto una lectio magistralis sul tema ''Etnicità e identità culturali''.
Sul tavolo dei relatori, assieme a lui, l’ex direttore di Nigrizia Pier Maria Mazzola.
L’incontro è stato introdotto da Umberto Martini, direttore del Master of Tourism Management che ha sottolineato come l’antropologia sia una disciplina irrinunciabile anche per ambiti apparentemente legati a una visione squisitamente economica, come il turismo: ''Non si può considerare il turismo solamente da un punto di vista numerico, calcolando quante persone hanno visitato un posto''.
È toccato poi a Ugo Morelli, responsabile scientifico per la TSM, introdurre il professor Bernardi, di cui è stato allievo - ha spiegato - all’università di Bologna.
Il docente ha accarezzato il tema del turismo (''esso è incontro con gli altri, un modo per conoscere non solo i posti, ma anche le persone!) per poi buttarsi a capofitto sulla questione principale.
L’identità di un individuo cambia di continuo e l’etnia è alla base dell’identità stessa. ''Tutti noi – ha detto Bernardi – siamo etnocentrici e propugniamo l’appartenenza a un gruppo. L’importante è che questa non diventi patologica o si sfocia in estremismi''.
La globalizzazione non è vista come qualcosa di negativo (''può facilitare il rapporto fra culture'') però come tutte le cose ''può rappresentare un pericolo se usata male''.
E infine un concetto più volte ribadito: ''L’uomo per natura è migrante. Un tempo c’erano le migrazioni in America, oggi le fughe di cervelli. L’uomo è cittadino del mondo e, per essere felice, deve comportarsi con comprensione e rispetto''.