News/Approfondimenti > 30 maggio 2004

Il museo diventa «spazio delle idee» - Wolfson alla tsm

L'ospite del dibattito è direttore di uno dei più importanti centri d'arte contemporanea in Olanda. di Elisabetta Curzel

Arte come momento di scambio, stimolo, sperimentazione. L'input offerto da Rutger Wolfson, giovane direttore di uno dei più innovativi centri d'arte contemporanea in Olanda, può incuriosire ascoltatori di diversa formazione. I giovani, anzitutto: perché il museo De Vleeshal (nel Middelburgh), osservatorio della società perspicace e degno d'ascolto, ha dato posto ad artisti del momento controversi e dibattuti, accostandoli a esposizioni sulla cultura dello skateboard e il potere seduttivo della moda. Ma anche gli addetti ai lavori, perché Wolfson ha fatto ciò che molti predicano e pochi osano: ha rischiato. Investendo sull'interazione con il contesto, ascoltando fermenti e sommovimenti, trasformando lo spazio museale in quello «spazio di idee» che dà titolo al suo ultimo libro. «Quella di Wolfson è una filosofia che riscrive il ruolo del museo», spiega Ugo Morelli, docente del Master of Art and Culture Management organizzato da tsm (la School of Management di Trento) che lunedì ospiterà) il giovane direttore. «Con lui si passa da una prospettiva centripeta - cioè da un museo come luogo dove si radunano le opere che la gente va a vedere - a un'immagine centrifuga, dove l'istituzione museale diviene l'origine di un processo di fruizione. Ridefinito come nucleo generatore, il museo si allea con ciò che lo circonda - città, enti pubblici, luoghi di cura, associazioni sportive - creando rapporti».

Come dire: lo spazio artistico si allarga, incrementando la propria fruibilità. «In quella vaghissima meteora che è l'arte contemporanea, investire nella sperimentazione è una decisione rischiosa, una strada difficile che alcuni decidono di intraprendere. Come ha fatto Fabio Cavallucci, direttore della Galleria Civica». Rischi di questa operazione? «La velocità, anzitutto. Una trovata strampalata impiega pochissimo a perdere la propria novità: si pensi a Cattelan, sconosciuto in città sino a pochi mesi fa, oggi divenuto un classico». E poi, la sensibilità della popolazione.
Pur non essendo destinata alla massa, la cittadinanza deve reagire agli stimoli, «altrimenti si fanno le battaglie contro i mulini a vento, come Don Chisciotte». L'incontro con Rutger Wolfson, domani al Mart, inizia alle 17 (ingresso libero).
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